c'è una parte del tempo che scorre
di cui puoi esserne tu il padrone
senza sentirti più derubato
di quello strano e improvviso impulso
che ti rende vivo per davvero...
a volte basta te stesso per realizzarlo
ma molto spesso è un evento
o una persona in particolare
ieri l'ho cercato per strada
non è da me non lo è mai stato
ma qualcosa di nuovo ha preso il posto
di alcune antiche convinzioni
forse sole paure da smontare
nascoste sotto a falsi pudori
fisiologia applicata al martirio dopotutto
solo istinti repressi da liberare...
qui e al momento giusto
cosa importa se temi
che possa fare molto male dopo
il destino ti ha già riserbato
un dolore definitivo
che è soltanto rimandato
giorno dopo giorno
ad un altro ancora...
tu
dai luce a questa giornata
spenta da un eclisse stagnante
emergi da quel nero dove la notte
si ritira in vesti trasparenti
fluttuando come una ballerina
che non sa cosa sia la gravità
voglio i tuoi occhi addosso
intrecciati alle tue mani
e a quella bocca che impasta
il mare e il cielo in un unico
sconfinato orizzonte
le onde di quelle acque mi ipnotizzano
poi si ritirano verso le nebbie di un mattino ancora distante
e le mie dita ne seguono il movimento
disegnando ghirigori sul folto abisso
dei tuoi lunghi capelli neri
come una matassa infinita di ricordi mai tagliati
intrecciati in una tortuosa coda
una strada buia che conduce nei torbidi recessi del tuo corpo
fin dentro a quell'inferno che si percepisce dentro a occhi così scuri
e mi chiedo se hai consegnato la tua anima mai a qualcuno
come fai ogni sera col tuo corpo
l'aroma di cui sei impregata è intenso e dolce
come una sigaretta che appena accesa
ridesta una giornata felice
o il ricordo di un fiore misterioso
di cui il profumo dispensa benefici ad ogni respiro
esso desta meraviglia e inebria i sensi
come il mistico fanatismo del prete
mentre inala i fumi del suo turibolo più prezioso
cosa importa se potrà seguire qualcosa di terribile
al pari di tale estasi...
ma non lo è già forse tutto questo abbastanza?
tornerei per respirare dai tuoi seni
il male profondo che vi alberga dentro
anche adesso
perchè tale bellezza in fondo cela sempre una sofferenza
che non traspare dai gesti
ma è una sepoltura perfetta
quella che vi sboccia in mezzo
data dalla loro grandezza sublime
immaginando la luce di una candela che ne attenua
e ne risalta le forme tra le ombre che se ne ricavano
è un rituale famelico il tuo per condurmi alla morte
e se ci penso so che non mi basta mai e
non so che fare se non desiderarti mentre mi sorridi
dall'angolo buio dove fai ritorno
e rimani appollaiata sui tuoi tacchi vertiginosi
ancora... ad attendere...chi dopo di me.
domenica 12 luglio 2009
Stranger
Pubblicato da N e O n alle 06:31
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